Pensieri e Parole
Depressione post parto? Io so solo che diventare mamma E’ massacrante.
22 aprile 2013
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Dritta al punto. Abbiamo tutte letto della tragedia di una mamma di Bergamo che ha ucciso sua figlia di 1 anno e mezzo, e poi se stessa. E subito si è ricominciato a parlare di depressione post parto. Quello che io so per certo, è che abbiamo tutte sentito il bisogno di andare ad abbracciare i nostri figli. depressione post parto
Quante le volte che veniamo prese da questo istinto: il bambino alla maratona di Boston, i piccoli iracheni in fila al mercato, i genitori che lottano per la vita dei figli malati. Situazioni che ci coinvolgono immediatamente, chiudendoci lo stomaco e dandoci una scossa al cervello. Ok, ci sta. Fatto. Ora va meglio. E in fondo pensiamo: cristo, fai che non succeda a me. Ma stavolta è più difficile, almeno per me. No, non ho sofferto di depressione post parto. E allora perché?

Semplice. Eravamo simili.
Perché anche io sono una mamma.
Perché ho più o meno 36 anni.
Perché lavoro.
Perché mia figlia ha 2 anni.

E qui mi fermo, perché ogni vita è unica e nessuno può giudicarla dal di fuori.
Io ho avuto tanta fortuna. Una gravidanza voluta, una figlia sana, un marito presente. E qualche sfortuna. Una placenta previa centrale totale, molte ansie e qualche rischio, più di 1 mese di ricovero prima del parto, poco latte. Ma come sempre, le fortune hanno il sopravvento sulle sfortune, che oggi non ricordo neanche più. Niente depressione post parto per me.

MA SE?

Se mio marito non mi fosse stato così vicino da farmi sentire sempre amata, desiderata, protetta. Se la mia famiglia non avesse rispettato i miei spazi e i miei tempi, come invece ha fatto, in ogni momentoSe mia madre non mi avesse insegnato fin da piccola, che i figli sono un regalo bellissimo, ma anche una gran rottura di scatoleSe il mio lavoro non mi avesse riportato alla vita reale dopo 3 mesi vissuti all’unisono con un fagotto di 3 chili. Se le mie letture non mi avessero aiutato a trovare l’aiuto necessario per capire qualcosa in più.

Se io mi fossi fatta travolgere dall’idea di mamma che gli altri volevano appiccicarmi addosso.

babybluesForse, se anche una sola di queste cose non fosse andata come invece è andata, la mia vita sarebbe stata diversa. E oggi non amerei me stessa, mia figlia e mio marito come li amo oggi. E forse non avrei aperto questo blog e la pagina facebook di Babalà, tutti e due nati per combattere questa malata idea per cui essere una buona madre vuol dire vivere in simbiosi con il proprio figlio, tenerlo con sé notte e giorno, non ammettere neanche sotto tortura che i figli sono anche pesanti, faticosi, antipatici, dimenticare la vita di coppia.

Io ero in ansia il giorno delle dimissioni dall’ospedale. Chiamiamolo panico và. Mio marito era lì. Senza bisogno di parole. Mi è venuto a prendere, abbiamo lasciato la gnometta al nido e siamo andati a pranzo fuori, a fare una bella passeggiata al parco con i cani. E poi siamo tornati a prendere nostra figlia in ospedale per portarla a casa con noi. Una cazzata, eppure da lì ho cominciato a pensare che tutto sarebbe potuto andare bene.

Perché noi mamme non siamo animali mitologici. Non siamo neanche robot. E soprattutto nessuna di noi nasce con l’ormone mammone impiantato nel cervello. Abbiamo bisogno di aiuto, da tutti: compagno, genitori, amici, pediatri, istituzioni. Ne abbiamo il diritto. Ce lo dovete, anche quando non ve lo chiediamo.

E voi, che esperienza avete avuto?

Ditemi la vostra, qui sotto nei commenti, qualunque cosa sia.

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There are 17 comments

  • e poi, ci sono anche le persone come me, che ho passato la gravidanza con le nausee e con il mio compagno che baruffava ogni due giorni, che non hanno avuto nessun aiuto psicologico dal mio compagno e che dovevo sempre correre a fare le commissioni per lui; l’unico aiuto che ho avuto è stato quello delle mie due amiche perchè mia madre è morta quando avevo 7 anni; che ho dovuto partorire prima perchè avevo le transaminasi alle stelle e me la sono cavata da sola come sempre….però mi sono fatta forte, perchè quel frugoletto di 2kg e mezzo aveva bisogno di me, perchè lei non può cavarsela da sola, perchè l’ho voluta con tutto il mio cuore…certo ho pianto, perchè piangere fa bene, perchè ne abbiamo bisogno, ma dopo si gira pagina, bisogna…bisogna imparare a sorridere nonostante tutto e se vi sentite di non riuscire più ad andare avanti, allora, fatevi aiutare, ci sono tantissime persone che sono pronte ad ascoltarvi ed a darvi una mano.

    • Babalà scrive:

      Ciao Lorenza, benvenuta lottatrice 🙂
      Mi piace la ricetta: guardare in prospettiva e concentrarsi sui punti di forza.
      E ogni tanto dare pure un calcio negli stinchi al tuo compagno… o no?
      🙂

  • … Ho desiderato questa gravidanza per così tanto, che adesso mi vergogno di raccontare agli altri quanta paura ho… Paura che mio marito non saprà starmi accanto come dovrebbe (già ora fa difficoltà…) e che le persone, anche quelle più vicine (come la famiglia) non rispetteranno PER NULLA i miei tempi e i miei spazi, visto che non lo fanno nemmeno ora… Io lo dico, qui e ora: ho il terrore, della depressione post-partum. Perché so già che al primo mio accenno di: “Sono stanca”, fioccheranno i:”..e che ti aspettavi?? E’ normale, no? Anch’io, li ho fatti, i figli e non mi sono lamentata!”… Fatemi gli auguri, perché mi sa che ne ho bisogno :-/

    • Babalà scrive:

      Ciao Gabriella, niente auguri da queste parti… non ne hai bisogno, perché sei una tigre!
      Io non sono nessuno, ma ti consiglierei di non lasciarti trasportare dalle tue paure, e di cogliere al volo la possibilità che hai di parlarne subito, senza aspettare che tuo figlio o tua figlia sia nato o nata. In quel momento avrai tante altre cose da affrontare e da goderti.
      Parla con tuo marito, con sincerità.
      Raccontagli le tue esigenze, chiedi il suo supporto, pretendi la sua attenzione. E fatti raccontare da lui, coinvolgilo. Tante volte i compagni vengono tenuti fuori da un’esperienza di cui invece sono parte anche loro.
      Parla con la tua famiglia, con fermezza.
      Pretendi rispetto, poni dei limiti. Rendi subito chiaro che non ti servono i loro giudizi. E che se vorrai consigli, li chiederai. Con determinazione e un sorriso, funzionerà.
      Per tutto il resto, in bocca al lupo!
      E se vorrai conforto o distrazioni, torna da queste parti o sulla pagina facebook.
      Si parla e si cazzeggia assai 🙂

    • Teresa scrive:

      Gabriè, ma allora è destino….. Come al solito faccio la sonnambula, giro per siti web dedicati alle neomamme perchè da quando sono incinta la mia insonnia congenita è ancora più esasperata, e chi trovo? Te che non hai la prudenza di usare un nick! Probabilmente siamo attirate dagli stessi luoghi in questo periodo così particolare. A me va tutto ok FISICAMENTE. Mentalmente un po’ meno, ma penso sia normale. Il punto è che non ho mai amato le sorprese, e il fatto di non sapere con precisione cosa mi frulla in pancia per me non è una bella sensazione. E se il pacco regalo non mi piacerà non sarà possibile rimandarlo al mittente. D’altra parte me la sono cercata per anni …..Ho avuto la fortuna/sfortuna di nutrire da sempre un sentimento ambivalente nei confronti della maternità, per cui non ho fatto i salti di gioia appena ho saputo di essere incinta, anzi. Però sotto sotto sono contenta: è una nuova avventura che sta a noi vivere bene, senza lasciarsi condizionare dall’esterno. Probabilmente io sono più malefica di te, e infatti sto già progettando strategie di sopravvivenza per arginare chiunque mi vorrà appiccicare addosso etichette varie. Parola d’ordine: paletti, paletti, paletti, paletti, paletti. E’ quello che continuano a dirmi le mie amiche che già ci sono passate, alcune vivendo malissimo un periodo irripetibile. E’ anche vero che, anche se non si vede, a me piantare sti paletti costa MOLTO, perchè non è nella mia natura. Ma so che devo farlo, perchè sono incapace di indifferenza, e proprio per questo incassare e sorridere mi fa stare interiormente molto male (in altre parole, il “lasciali parlare e poi fa come credi” non fa per me; no, secondo me nessuno deve parlare per giudicare e impicciarsi, manco “a fin di bene”; secondo me a quasi 38 anni ho pienamente diritto al riconoscimento di una piena autonomia di azione non solo come donna ma pure come madre, anche se all’inizio sarò imbranata, incapace. Tanto se davvero voglio un consiglio lo chiedo, eh). Che altro dirti? A me hanno suggerito una serie di stratagemmi per vivere in pace l’inizio di questa nuova vita. Se ti interessano fammi sapere, anche se non so se funzioneranno. Sono piccole cose, che però ti possono evitare qualche rodimento di fegato. Qui è meglio che non li scrivo. Magari qualcuno mi sgama e anticipa le mosse. Ciao, Teresa.

  • lavinia scrive:

    grandi sia Gabriella che Lorenza, è sempre così, pro e contro e se non ti lamenti sei “una superficiale con le lenti rosa e vedrai dopo”, e se ti lamenti “con i bambini è così mettiti il cuore in pace”, e “tu non hai esperienza, dai retta”….ma resta comunque il fatto che nella maggior parte dei casi gli altri possono solo sostenerci e non sostituirci quindi il grosso del lavoro lo abbiamo noi, non facciamoci mettere sopra anche le rotture di scatole da parte degli altri; la mia bestiolina la adoro, ma ogni tanto ho bisogno di un po’ di tempo per me e finalmente dopo 20 mesi non mi sento più in colpa per questo….un abbraccio a tutte

    • Babalà scrive:

      Lavinia, dritta al punto. E non fa una piega 🙂

      • lavinia scrive:

        immaginati, con i miei 38 anni a sentire i ginecologi chiamarmi “primipara attempata” (pensando: e tuo fratello dove sta?!), e il resto del mondo intorno a dirmi che non sapevo nulla di bambini….ma và?! e io che pensavo che prima di restare incinta ti venisse scaricato il manuale d’istruzioni direttamente in testa tipo Matrix!! ho deciso subito che voglio troppo bene alla creaturina per farmi girare le scatole su ste cose se non esagerano parlino pure, dopo scatta la rispostaccia….

        • Babalà scrive:

          Lavinia, sono con te al 100%. Tu considera che io non ho avuto praticamente latte (e onestamente la cosa neanche mi è dispiaciuta più di tanto) e a tutti quelli che ogni volta mi chiedevano “Allatti?” io rispondevo: “Perché, hai fame?” La rispostaccia, quando ce vò, ce vò 🙂

          • lavinia scrive:

            :-DDDDD

            troppo carina!!! a me invece guardano strano perchè Tosca ha 20 mesi e fa ancora la poppata serale, e giù consigli per come farla staccare….quando poi gli rispondo che si staccherà da sola dovrei filmare le espressioni!!! e il massimo è la frase detta da perfetti estranei: “ma così la rovini!” che copre qualsiasi tipo di atteggiamento non condiviso da loro….
            Il punto è che se in quel momento non riesci a riderne e neppure dopo, ti crea delle ansie non facilmente gestibili, le persone intorno dovrebbero capire che dare sostegno non equivale a riempirti di consigli non richiesti ma semplicemente stare vicino….

          • Babalà scrive:

            Già Lavinia… dovremmo brevettare il nostro sorriso speciale: “ti sembra che sto sorridendo ma in realtà ti sto dicendo fatti i cazzi tuoi”

          • lavinia scrive:

            io ho registrato quello da “sparisci entro 3…2…1…” funziona bene quanto e più di prima!

  • Ciao io ho sofferto di depressione post parto…….però fortunatamente conoscendo la bestia ho capito subito che non era un semplice baby blues..che dire..io sono sempre più dell’idea che più che corsi pre parto se ne dovrebbero fare post parto!!!forse io ero una vittima prescelta,perchè già in passato ne avevo avuto a che fare ,ma sicuramente la nuova condizione di “mamma” mette a dura prova anche il sitema nervoso più forte non so se con tutte le condizioni ottimali l’avrei scampata,io forse ho avuto un compagno poco attento ed anche ansioso non ha capito le mie difficoltà ,i miei genitori che mi dicevano che dovevo essere contenta ,visto che tra l’altro mio figlio è nato dopo un percorso lunghissimo fatto anche di cure e tentativi di inseminazioni andate male.E’ una condizione terrificante perchè sei isolata da tutto e da tutti sopratutto dal fagottino che non aspetta altri che te!! fortunatamente dopo una breve cura ho iniziato subito a stare meglio il tempo ha giocato a mio favore perchè con il passare dei giorni imparavo a conoscere ed a capire sempre più mio figlio ,poi il suo sguardo da subito empatico con me (sembrava che capisse le mie difficoltà)mi ha aiutato immensamente..ora ha 4 anni e mezzo è un bambino gioioso e socievole ,quindi a tutte le mamme depresse e non dico forza!!! ciò che ci sembra insuperabile non lo è !!w le mamme!!!!! basta solo trovare la chiave ed anche accettare un aiuto se si capisce che da sole non ce la si può fare!ciao a tutte!

    • Babalà scrive:

      Fabiana, che prova che hai superato… sei un esempio fantastico 🙂
      Ad immaginare le esperienza di chi ha vissuto una depressione post parto, sembra incredibile che ancora oggi compagni e famiglia non riescano ad entrare in sintonia con i malesseri di una neo-mamma. E’ come se ci fosse un’equazione matematica per cui “essere mamma=essere felice” e che non possa mai essere contraddetta.
      Speriamo che le cose cambino, per le nostre figlie e i nostri figli… un abbraccio grande!

  • Ciao Babalà io ho voluto raccontare la mia esperienza proprio per le neo mamme in difficoltà,non penso di essere speciale,anzi :)…solo volevo far arrivare il messaggio che tutto passa e si possono superare anche difficoltà che al momento ci sembrano insormontabili…..e poi vogliamo forse dimenticarci che il piccolo all’inizio ci “vampirizza”? diventiamo totalmente suo territorio,poi piano piano torniamo a riappropiarci di “noi” .Non state ad ascoltare le mille voci ed opinioni, ognuno si sentirà in dovere di dire la sua,e sicuramente ci sarà anche più di uno che parlerà a sproposito,ma fidatevi del vostro istinto di “mamma” che raramente sbaglia…Ciao e buona serata a tutte.

    • Babalà scrive:

      sono davvero felice che tu abbia voluto condividere la tua esperienza 🙂
      c’è bisogno di raccontare e raccontarsi anche gli aspetti meno “patinati” dell’essere mamma… per poter essere più consapevoli e realiste, e avere gli strumenti giusti per affrontare un momento delicato delle nostre vite.
      Un abbraccio al tuo vampiretto!

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