Riunione con una cliente. Chiacchere di circostanza. E il mio cervello va in crash: 34 anni – lavora – convive – cane… non manca qualcosa?
Per poco non ci sono cascata.
Eppure me lo ricordo quando in famiglia, per strada, a lavoro, sembravano tutti interessati
unicamente alla mia funzionalità ovarica. Oppure quando, una volta nata Alice, anche i passanti sentivano il bisogno di indicarmi la via per la maternità perfetta.
Qualche esempio?
@ Tra il matrimonio e il rimanere incinta sono passati 9 mesi e la portiera preoccupata mi ha chiesto se avevo fatto controlli per la sterilità.
@ Quando sono rimasta incinta tutti mi toccavano la pancia. Tutti. Tanto che mi sono ridotta a cercare su internet una soluzione al problema, trovando alla fine la mia via di fuga: la madre settantenne panzona della tabaccaia mi accarezzava la pancia? Nello stesso momento io allungavo la mano e le toccavo la sua, in silenzio, guardandola fissa negli occhi.
Che ci crediate o meno, neanche questo approccio modello shining ha fatto effetto.
@ Ritornata a casa con Alice e Filippo, molti hanno sentito il dovere di avvertirmi che da quel momento in poi mio marito sarebbe diventato secondario.
@ Dopo aver partorito le colleghe single mi hanno allertato sui benefici dell’allattamento al seno. Pur sapendo che ero passata al latte artificiale.
A seconda dei momenti, queste invadenze mi hanno infastidito, ferito, divertito.
In ogni caso, sarò stronza, ma sono convinta che fossero inopportune.
In quel momento ricordo tutte queste sensazion e zitta, non chiedo nulla.
Sono molto orgogliosa di me. Ho rispettato la sua Aura.
Poi lei mi fa: “Lei ha figli?”
Rispondo: “Si, una bambina di un anno e tre mesi”.
Lei: “Ha allattato al seno?”
io: “No”.
Lei: “Ah”
CHE PALLE.
Continua: “E’ ora di farle un fratellino no?”
ARIDAJE.
Parcella doppia e adios, baby.
Eppure sono convinta di essere nel giusto.
Quando si ha a che vedere con bambini, gravidanza, genitorialità, è fondamentale fissare delle regole e cercare il più possibile di rispettarle.
E siccome nel farlo bisogna individuare le proprie priorità, mi è venuto lo schiribizzo di cominciare raccogliendo in questo blog le mie esperienze, idee e, ovviamente, cazzate varie.
Per regalare ad Alice, alla fine, il mio personale Bon Ton dell’ormone mammone.
Come tutti i viaggi, ho già un piccolo bagaglio con me, fatto di due punti fermi, che ora come ora sono per me imprescindibili:
♥ Ricordare la mia visione del mondo prima che nascesse Alice, per potermi difendere quando l’ormone mammone cercherà di prendere il sopravvento.
♥ Resistere alla tentazione di dimenticare che Alice è un essere indipendente da me, nonostante il mio istinto materno provi continuamente a convincermi del contrario…
Perché l’amore è nulla senza il controllo 🙂
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