Pensieri e Parole
Placenta Previa Centrale… e siamo sopravvissute!
6 aprile 2012
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Prima gravidanza, Placenta Previa Centrale Totale.
In sintesi, una sfiga immonda.

Primo
errore: passare tutto il giorno a cercare consigli e confronti su internet, in primis sbirciando blog e forum di mammine.
Ovviamente, a raccontare le loro esperienze erano solo quelle donne che avevano avuto storie traumatiche.
Per non parlare degli articoli, riassunti e pareri di medici online: da depressione.

Risultato: a seconda dei giorni, mi convincevo che avrei avuto un parto prematuro, sarei morta dissanguata o risvegliata da un’isterectomia… e Alice ovviamente nasceva sempre troppo prematura per sopravvivere.

Beh, nulla di questo è successo.
Una minuscola perdita alla fine del settimo mese, ricovero preventivo, cesareo programmato.
Nessun intoppo, Alice nata a 37 settimane e io sana come un pesce.

Cacchio, non avevo letto da nessuna parte che poteva andare così…
E dire che mi avrebbe rasserenato parecchio.
E allora ve lo dico io ♥

E vi dico anche di più.
Ecco cosa ho capito della Placenta Previa, dopo averci passato un pò di tempo insieme.

Placenta: è l’organo che regola lo scambio metabolico (nutrimento e ossigeno) tra la madre e il feto, attraverso il sangue. Da qui, la sua composizione: innestata lungo la parete dell’utero, da un lato entrano i vasi materni, dall’altro i vasi fetali collegati al bambino tramite il corodone ombelicale.
Placenta Previa: l’etimologia è tutto. Dal latino praevius che significa “che va avanti”. Si tratta di una patologia della placenta che si innesta nella parte bassa della cavità uterina risultando, quindi, previa nei confronti del feto.
Placenta Previa Centrale: la placenta non solo è previa, ma “centra” l’orifizio uterino interno (OUI), ossia l’imbocco del canale da cui dovrà uscire il bambino.
Placenta Previa Centrale Totale: La placenta previa centrale poteva essere parziale, e invece no! L’OUI è totalmente coperto dalla placenta.
In pratica, la mia placenta è un tappo.
Ovviamente non è l’ideale.

Ma perché è un problema?
Per i primi due trimestri di gravidanza, non lo è. Di solito la patologia non si manifesta in alcun modo.
Nel corso del terzo trimestre di gravidanza però, l’utero si deve espandere sempre di più verso l’alto per fare spazio al bambino che cresce.
Per permettere questa espansione, la parte inferiore dell’utero deve distendersi sempre di più (avete presente quando si gonfia un palloncino?)
Se la placenta “abita” ai piani alti dell’utero, nessun problema.
Se invece la placenta, come nel mio caso, sta alla base dell’utero, rischia di subire gli effetti di questa trazione.
La placenta, infatti, non è elastica.Non potendo seguire la distensione, il rischio è che si distacchi dalla sua base di impianto, che invece segue i movimenti dell’utero.
Il distacco della placenta, anche se di piccola portata, ha come conseguenza una emorragia, di colore rosso vivo e non accompagnata da dolori.
Paura.

Che destino mi attende?
* Dal momento della diagnosi con l’ecografia del terzo trimestre (mai prima!), un bel pò di ansia, il consiglio di fare pochi sforzi e niente rapporti sessuali…
A me hanno consigliato anche di stare attenta al peso, perché ogni chilo in più sarebbe andato a pesare sulla parte bassa dell’utero, andando a sollecitare la “zona rossa”.
* Per il resto, l’unica cosa certa è un parto cesareo programmato intorno alla 35esima settimana.
Il parto naturale è escluso, per un semplice motivo: la placenta uscirebbe prima del bambino. Di solito (io non lo sapevo), succede il contrario.
Considerato che la placenta è la fonte di ossigeno del bambino… non è l’ideale…
Non solo.
In caso di parto naturale, le contrazioni del parto provocherebbero dei distacchi di placenta e pesanti perdite di sangue, pericolose sia per la mamma che per il bambino.
E col senno di poi, il cesareo non è affatto male. E ve lo dice una che già si immaginava partorire in piedi, aggrappata a una fune!
* E’ possibile andare incontro ad emorragie tra la 26esima e la 34esima settimana, cioè quando inizia il periodo di maggiore distensione del segmento inferiore.
Se dovesse succedere, appena si vede il sangue, l’unica cosa è fare un respiro profondo e andare in ospedale.
Perché l’emorragia è, ovviamente, il più grande rischio anche per il bambino: se supera una certa entità, può comportare una minore ossigenazione e la necessità di un taglio cesareo di urgenza, con tutti i rischi connessi alla prematurità.
Consideriamo comunque che dopo la 26esima settimana la probabilità di sopravvivenza per un bambino prematuro è superiore all’80%!

Unico consiglio: Relativizzare e pensare in prospettiva.
E se non basta, cito il mio adorato ecografista dott. Eugenio Maggi: beviti un bel bicchiere di vino ★

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There is 1 comment

  • […] tanta fortuna. Una gravidanza voluta, una figlia sana, un marito presente. E qualche sfortuna. Una placenta previa centrale totale, molte ansie e qualche rischio, più di 1 mese di ricovero prima del parto, poco latte. Ma come […]

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